giovedì 29 dicembre 2022

Jacques Monod

COMMENTI e CITAZIONI dal LIBRO "IL CASO E LA NECESSITA'" di JACQUES MONOD

<< La conoscenza è stata sempre il primo passo per l'agire, per l'etica. Oggi che la scienza ci offre una nuova visione del mondo, mettendoci di fronte alla cogente accettazione che le azioni umane sono determinate e che nella vita dell'uomo biologico predomina il caso è il momento di impostare nuovi valori etici per la stessa conoscenza:

«L'etica della conoscenza ossia l'accettazione ossia la consapevolezza della necessità del caso di un caso prolungato sia a livello biologico che a livello comportamentistico può riscattare l'uomo dalla falsità dei modelli animisti e materialisti»

Bisogna quindi andare oltre una concezione animistica di una realtà dove si attribuiscono proprietà spirituali a determinate realtà materiali così come superare la visione di una vita umana impostata secondo i valori rigidamente ed esclusivamente materiali rivelati dalla nuova scienza. 

Le moderne società hanno approfittato del progresso scientifico:
«Nell'arco di tre secoli la scienza, fondata sul postulato di oggettività, ha conquistato il suo posto nella società: nella pratica ma non nelle anime. Le società moderne sono costruite sulla scienza. Le devono la loro ricchezza, la loro potenza e la certezza che ricchezze e potenze ancora maggiori saranno in un domani accessibili all'uomo, se egli lo vorrà [...]. Le società moderne hanno accettato le ricchezze e i poteri che la scienza svelava loro, hanno appena inteso ma non accettato il messaggio più profondo della scienza: la definizione di una nuova e unica fonte di verità, l'esigenza di una revisione totale delle basi dell'etica...»

Ma le società moderne non si sono rese conto che questa nuova conoscenza implicava anche l'accettazione di nuovi valori etici poiché quelli antichi erano stati eliminati proprio dal progresso del sapere scientifico:
«Le società moderne devono la loro potenza materiale a quest'etica fondatrice della conoscenza, e la loro debolezza morale ai sistemi di valori, distrutti dalla conoscenza stessa e ai quali esse tentano ancora di riferirsi. Questa contraddizione è fatale, e scava quella voragine che vediamo aprirsi sotto di noi»; le società attuali hanno voluto ignorare questi nuovi valori e hanno continuato a interpretare il mondo secondo la «tradizione animistica», non volendo abbandonare «l'"antica alleanza"» tra le verità rivelate dalla scienza e i tradizionali valori etici, ormai obsoleti, e accettare «la necessità di stringerne una nuova...Provviste di ogni potere, dotate di tutte le ricchezze che la scienza offre loro, le nostre società tentano ancora di vivere e di insegnare sistemi di valori, già minati alla base da questa stessa scienza.»

La scienza moderna ha mostrato l'insanabile opposizione tra le verità oggettive empiricamente dimostrate e il mondo dei valori individuali: il suo inarrestabile progresso ha rotto il patto, l' "antica alleanza" che l'uomo aveva stretto con la natura concependola animisticamente. Nel mondo aristotelico l'uomo credeva di avere il suo posto al culmine della natura: in quanto essere vivente e conoscente la natura, questa era costituita a sua misura, anzi egli era alla cima della piramide naturale i cui gradini inferiori gli offrivano le infinite potenzialità per il suo sviluppo.

Ora invece l'uomo finalmente sa di essere solo nell'immensità indifferente dell'Universo da cui è emerso per caso. La scienza moderna «rivela all'uomo che egli è un accidente, quasi un estraneo nell'universo e riduce l'antica alleanza tra lui e il resto della creazione a un filo tenue e fragile.»

«Il caso strappa il vivente dall'ordine inanimato della natura, come se la morte gli concedesse una dilazione, collocandolo però al margine di un universo di cui non costituisce che un'arbitraria particolarità»

«L'etica della conoscenza sia l'unico atteggiamento, razionale e a un tempo deliberatamente idealistico, su cui si potrebbe costruire un vero socialismo».

Abbandonata la concezione materialista della storia del socialismo marxista, con il suo «profetismo storicistico fondato sul materialismo dialettico» la nuova etica sarà il fondamento di una rinnovata politica per l'uomo che «liberato sempre più dai vincoli materiali e dalle schiavitù menzognere dell'animismo, [...] potrebbe finalmente vivere in modo autentico, difeso da istituzioni che, scorgendo in lui a un tempo il suddito e il creatore del Regno, dovrebbero servirlo nella sua essenza più unica e più preziosa.»

«Questa è forse un'utopia. Ma non è un sogno incoerente. È un'idea che si impone grazie alla sola forza della sua coerenza logica. È la conclusione a cui necessariamente conduce la ricerca dell'autenticità. L'antica alleanza è infranta; l'uomo finalmente sa di essere solo nell'immensità indifferente dell'Universo da cui è emerso per caso. Il suo dovere, come il suo destino, non è scritto in nessun luogo. A lui la scelta tra il Regno e le tenebre.»  >>

sabato 10 dicembre 2022

Scherzi da Prete

 CARTELLI VERAMENTE ESPOSTI IN UNA PARROCCHIA

 

- Ricordate nella preghiera tutti quanti sono stanchi e sfiduciati della nostra parrocchia.

- Per tutti quanti tra voi hanno figli e non lo sanno, abbiamo un'area attrezzata per i bambini!

- Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro che vogliono entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco nel suo ufficio.

- Il gruppo dei volontari ha deposto tutti gli indumenti. Ora li potrete vedere nel salone parrocchiale.

- Martedì sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale. Seguirà concerto.

- Il gruppo di recupero della fiducia in se stessi si riunisce giovedì sera alle 7. Per cortesia usate la porta sul retro.

- Venerdì sera alle 7 i bambini dell'oratorio presenteranno l'"Amleto" di Shakespeare nel salone della chiesa . La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia.

- Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! È un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.

- Tema della catechesi di oggi: "Gesù cammina sulle acque". Catechesi di domani: "In cerca di Gesù".

- Il coro degli ultrasessantenni verrà sciolto per tutta l'estate, con i ringraziamenti di tutta la parrocchia.

- Il torneo di basket delle parrocchie prosegue con la partita di mercoledì sera: venite a fare il tifo per noi mentre cercheremo di sconfiggere il Cristo Re!

- Il costo per la partecipazione al Convegno su "preghiera e digiuno" è comprensivo dei pasti

- Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare.

- Il parroco accenderà la sua candela da quella dell'altare. Il diacono accenderà la sua candela da quella del parroco e voltandosi accenderà uno a uno i fedeli della prima fila.

venerdì 9 dicembre 2022

Habemus Papam (film)

 RECENSIONI TRATTE DAL WEB

 

<< Con Habemus Papam siamo di fronte al film più maturo di un regista che ha saputo conservare intatti il proprio segno inconfondibile e le tematiche che gli stanno da sempre a cuore integrandoli con grande intelligenza e sensibilità a uno sguardo che si allarga a una dimensione che afferma di non condividere ma che qui osserva con la giusta dose di ironia che si fonde con un profondo rispetto. 

Nanni Moretti qui torna con forza sul tema della profonda solitudine dell'essere umano ma sa che non la si può ipostatizzare assolutizzandola. C'è una bellissima scena (che potremmo definire 'morettiana doc') in cui, mentre sta facendo giocare i cardinali a pallavolo, l'analista afferma che la tremenda verità che Darwin ci ha lasciato è che nulla ha un senso. Proprio in quel momento lui, terapeuta privo dell'augusto paziente, sta cercando di darne uno a quegli uomini che non vengono descritti né alla Dan Brown né ridicolizzati. Si sorride e si ride certo anche delle loro debolezze ma sono e restano delle persone. 

Il Papa poi (interpretato da un sempre più grande Michel Piccoli) non è un uomo che dubita della propria fede come sarebbe stato facile pensare. Non è Pietro che, invitato da Cristo a camminare sull'acqua per raggiungerlo, affonda perché di fatto non crede al potere del suo Signore. Questo Papa, dallo sguardo intenso e dal sorriso luminoso, non è un pavido ma un umile. Conosce i propri limiti e anche le proprie passioni. Come quella del teatro che ha covato da sempre (qui il rimando, cambiato di segno, a Wojtyla sembra trasparente). 

È da questa consapevolezza che, progressivamente, gli deriva una grande forza. La forza di chi sa dire di no a Dio non per paura ma perché è convinto di non poterlo servire, attraverso l'umanità, come sarebbe necessario leggendo i segni dei tempi. Il Papa di Moretti si interroga e ci interroga, laici e credenti. >>

 

<< Il Film di Moretti, storia di una fuga impossibile, è un film complesso e stratificato. Mescola tragedia e commedia, generosità e melanconia, metafore e rimpianti, pessimismo e speranza, trovate geniali (nessuno tra i cardinali vuole essere eletto) e momenti banali, il senso del vuoto e la scissione tra Maschile e Femminile. 

Ha il suo atout in Piccoli, un'interpretazione memorabile, e collaboratori ineccepibili tra cui Alessandro Pesci (fotografia) e Paola Bizzarri (scene) che ha ricostruito gli interni del Vaticano in teatro. È forse il più importante, sicuramente il più ambizioso film di Moretti, ma non il più riuscito perché viziato dal suo narcisismo, quello per esempio che gli fa trascurare l'ex moglie psicoanalista di Brezzi e lo fa dilungare troppo nel torneo di pallavolo. >>

mercoledì 7 dicembre 2022

La Scatolina

EUGENIO – Maestro, tu sei sempre così tranquillo, così sereno. Ma come fai ? Io mi sento sempre stanco, stressato, angosciato.
MASTER –  Non mi stupisce. Succede a tanti.

EUGENIO – A te no però. Come fai ad evitarlo  ?
MASTER – Beh, è tutto merito di questa scatolina.

EUGENIO – Bella. Cos'è ? Un portafortuna ?
MASTER – No di certo. Non credo a certe cose, io.

EUGENIO - Ah, mi pareva. E allora ?
MASTER – Senti come tintinna ?

EUGENIO - Ma cosa diavolo c'è, lì dentro, maestro ?   Mi stai facendo morire di curiosità.
MASTER - Ecco qua.

EUGENIO - Due pastiglie bianche ?
MASTER – Esatto. Due piccole pastiglie bianche.

EUGENIO – Non è droga, vero ?
MASTER - Ma come puoi pensare una cosa simile ?

EUGENIO – Chiedo scusa. E allora ?
MASTER - Semplicemente un veleno.

EUGENIO - Un veleno ?
MASTER - Proprio. Un veleno mortale ma indolore.

EUGENIO - E a cosa serve ?
MASTER - Mi sembra ovvio. Per pensare al suicidio in caso di necessità.

EUGENIO - E questo ti fa sentire meglio ?
MASTER - Sicuro. Niente stress, niente angoscia, niente preoccupazioni.

EUGENIO - Spiegami un po' meglio.
MASTER - Da dove nascono lo stress, l'angoscia e le preoccupazioni che ci avvelenano la vita e ci fanno invecchiare più del necessario ?

EUGENIO - Da dove ?
MASTER - Dalla paura del futuro.

EUGENIO - Vero.
MASTER - Noi ci angosciamo perchè abbiamo paura che il futuro ci riservi sorprese negative, problemi che temiamo di non poter affrontare adeguatamente e che ci metteranno in crisi. In altre parole temiamo che il futuro possa essere così sgradevole da toglierci il piacere di vivere. A quel punto, che  cosa ci rimane ?

EUGENIO - Cosa ci rimane ?
MASTER - Il pensiero del suicidio, no ? Ed è proprio a quello che mi sono preparato io. Con la mia scatolina in tasca io sono tranquillo e sereno. Finchè la vita è positiva, me la godo; quando le cose, in futuro, si dovessero mettere così male da non sopportarle più, io tiro fuori la scatolina e....

EUGENIO - ... ti suicidi.
MASTER - Certo che no.

EUGENIO - Ma tu hai detto così.
MASTER - Nemmeno per idea. Ho detto che penso al suicidio, non che lo faccio. Mi limito a pensare al suicidio e questo mi fa stare meglio, perchè mi sento padrone della mia vita.

EUGENIO -  Accidenti. E... funziona ?
MASTER - Direi proprio di sì. Non l'hai detto tu, prima, che sono sempre tranquillo e sereno ? Che non mi vedi mai stressato ?

EUGENIO - Beh, sì.
MASTER - E allora vuol dire che funziona.