lunedì 25 settembre 2023

Civiltà in decadenza

Gli europei vivono trasognati, nella speranza – quasi certezza – che tutto andrà bene e a tutto penserà lo Stato, mentre loro stessi non si occupano né del loro futuro personale, né di quello della nazione, e figurarsi di quello dell’Europa. 

Il fatto è che i popoli in decadenza sono caratterizzati da un insufficiente istinto di conservazione. 

Hanno un eccesso di egoismi piccini, quando non miserabili, e nel contempo soffrono dell’assenza di egoismi grandiosi, per esempio quello di sopravvivere come civiltà.

GIANNI PARDO

giovedì 21 settembre 2023

Crisi e Statistiche

Non sono le teorie economiche a non funzionare piu’, [oggi]. A non funzionare piu’ sono i calcoli degli indici economici, e la trasparenza sulle metodologie di calcolo.

Perche’ parlo di trasparenza? Per farvi un esempio, ISTAT e’ stato lottizzato gia’ nel periodo di Berlusconi, e ha sempre avuto un presidente vicino o vicinissimo al governo.

Qual’e’ il senso di lottizzare una ISTAT (ma all’estero le cose non vanno tanto diversamente?). Il senso e’ una pressione per cucinare i numeri, in modo che dipingano situazioni piu’ o meno felici. (...)

C’e’ solo un problema. E il problema e’ che cucinare i numeri per dire che tutto va bene funziona in politica solo finquando le persone stanno bene. Cioe’, se quasi tutti hanno un lavoro di cui sono soddisfatti, e gli racconti che hai creato un gozzilione di posti di lavoro, molto probabilmente ti crederanno e ti voteranno.

Se invece ci sono davvero troppi disoccupati, e gli racconti la stessa panzana, penseranno che tu abbia dimenticato proprio e solo loro, e ti odieranno.

URIEL FANELLI

venerdì 15 settembre 2023

Elites e crisi ambientale

I membri delle élite mondiali non sono più intelligenti della gente comune, almeno in media. Ma alcuni di loro cominciano a vedere che hanno un grosso problema [con la crisi ambientale]. Veramente molto grosso

Sicuramente sono meglio equipaggiati della gente comune per sopravvivere durante il caos che li attende. Ma se le cose si mettono davvero male, non c'è alcuna garanzia che anche i miliardari sopravviveranno. 

Consideriamo ora che le élite hanno poteri decisionali al di là di qualsiasi cosa la gente comune possa fare. Pensate alla guerra in Ucraina; la gente comune è stata consultata? No. Nella migliore delle ipotesi, gli è stato detto chi dovevano odiare; nel peggiore dei casi sono stati arruolati e mandati in trincea.  

E questo è tipico di come le élite mondiali gestiscono le risorse: investendo centinaia di miliardi di dollari in attività che non avvantaggiano nessuno tranne le lobby industriali. 

Ma si noti anche che le élite, non importa quanto potenti, non sono un gruppo affiatato che si riunisce nel seminterrato della casa di Bill Gates per adorare il demone Baphomet. Sono una galassia di lobby che spingono in direzioni diverse per fare soldi con i loro prodotti: guerre, droga, carburanti, eccetera. 

Quindi, difficilmente possono gestire il tipo di piano globale che sarebbe necessario.

UGO BARDI

mercoledì 13 settembre 2023

Intelligenza Artificiale

Massimo Chiriatti lancia un monito che dobbiamo accogliere e fare nostro: “Stiamo cercando attraverso le macchine di deresponzabilizzarci, quando invece dovremo essere più responsabili per evitare rischi sistemici e imprevedibili.”

Chiriatti giustamente osserva che “Il problema è che ci comportiamo come se il mondo fosse un dominio lineare, mentre non è così. Un dominio lineare è prevedibile e ha un basso grado di interazione tra gli elementi che contiene; in un dominio complesso, invece i legami causali sono difficilmente visibili e la prevedibilità estremamente bassa.

In psicologia  ed economia ci sono fattori e cause che semplicemente non capiamo, o che hanno così alti livelli di interdipendenza che le previsioni ex ante sono inaccessibili dal punto di vista computazionale; pertanto le previsioni diventano disponibili solo ex post.”

Questo perchè la realtà è irriducibile, è incalcolabile ed è imprevedibile, perciò invece di venerare l’intelligenza artificiale e perseguire autisticamente come fanno le nostre istituzioni la svolta digitale in tutti gli ambiti delle nostre esistenze  “sarebbe meglio far risolvere alla I.A. sia i problemi deterministici sia quelli probabilistici, ma lasciare a noi tutto il resto, ossia quando ci sono novità, incertezze e quando servono astrazione, intuizione e creatività”.

FRANCESCO CENTINEO