martedì 21 marzo 2023

Noi e gli altri

Il bias di proiezione è una tendenza cognitiva che porta le persone a pensare che gli altri la pensino come noi, o che abbiano le nostre stesse caratteristiche. 

Si tratta di una forma di auto-percezione, in cui le persone proiettano le proprie preoccupazioni, aspettative e opinioni sugli altri. In altre parole, questo bias può spingere le persone a vedere negli altri le caratteristiche che vedono in se stesse o che temono di possedere

Ad esempio, un individuo potrebbe essere incline a sospettare che gli altri siano bugiardi (o generosi) solo perché è consapevole del fatto che mente spesso (o che lui stesso è una persona generosa). 

Questo tipo di tendenza alla proiezione può influire su come ciascuno percepisce la realtà e interagisce con gli altri.

ANA MARIA SEPE (dal blog di MARCO PIERFRANCESCHI)

domenica 5 marzo 2023

Cos'è davvero la Scuola

La scuola non ho mai potuto amarla perché amo l’insegnamento, non la scuola.

La scuola è un ambiente in cui dei ragazzi che, per età, tendono a pensare soltanto al sesso, allo sport e ai divertimenti, sono costretti ad interessarsi di cose di cui non gli importa assolutamente niente e di cui, dopo tutto, non capiscono niente. 

E invece non soltanto l’insegnante quelle nozioni deve ficcargliele a forza nel cervello, ma poi ha anche la detestabile incombenza di controllare che le abbiano imparate. Si chiama “interrogazione”.

No, la scuola non è un posto che si possa amare. Gli alunni – salvo rarissime eccezioni – non studiano per imparare qualcosa: studiano per avere la sufficienza, non essere bocciati e non avere problemi in famiglia. Cosa che sta alla cultura come la prostituzione sta al sesso.

Questa è la scuola. E che cosa è invece l’insegnamento? L’insegnamento è la trasmissione della cultura da chi l’ha a chi non l’ha, e amerebbe averla. E la cultura è una di quelle poche cose che, a regalarla, non diminuisce ma si moltiplica.

E quando questo riesce si crea fra insegnante e discente quell’amicizia che è anche “filiazione spirituale”, quale la vediamo nel rapporto fra Socrate e i suoi discepoli.

GIANNI PARDO