lunedì 27 giugno 2022

Sinistra Americana

Negli USA non esiste una sinistra, esistono i liberal. E i liberal non sono “di sinistra” nel senso in cui il termine viene inteso. Possiamo rappresentare la differenza tra una persona di sinistra e un liberal americano in questo modo:

Se dico ad una persona di sinistra che 100 persone possiedono l’80% delle risorse, una persona di sinistra dice che le risorse vanno redistribuite fra tutti. Un liberal americano vi dice che di quei 100, 50 devono essere donne, 13 negri, e due GLBT.

La differenza, cioe’, e’ che mentre la sinistra europea si sforza di rappresentare classi sociali che sono orizzontali, la pseudosinistra americana opera una distinzione verticale, per cui non esistono “poveri”, ma “poveri negri”, “poveri donne”, eccetera.

In pratica, gli oppressi americano implementano da soli la ricetta del divide et impera, senza nemmeno che siano le elite di oppressori a chiederlo. Si dividono e si rendono facili da dominare da soli.

URIEL BLOG

lunedì 20 giugno 2022

Criteri di tassazione

Se si guarda solo ai fatti, si vede tosto che i governi procurano di cavare dai loro contribuenti tutto ciò che possono, nè mai sono trattenuti dal non avere « bisogni » da soddisfare; unica remora è la resistenza dei contribuenti.
La scienza pratica delle finanze di un ministro non sta dunque punto nel ricercare dimostrazioni teoriche di teoremi e conseguenze ili principii. bensì essa sta tutta nel trovare modo di vincere tale resistenza, di spennare l’oca senza troppo farla gridare.
VILFREDO PARETO

mercoledì 15 giugno 2022

Filosofi

Sinora, quando si parlava di “intelligenza”, “pensiero” e “coscienza” a farla da padroni erano i filosofi. Ma poi e’ successo qualcosa. 

Ci sono vari campi della scienza che stanno approcciando il problema di come funzioni di preciso la mente umana, e tutti ne sanno piu’ dei filosofi. 

E quando i filosofi si sentono superati, cioe’ ormai quasi sempre, non fanno altro che alzare 'caciara' per gettare fango su quello che sanno gli altri.

URIEL BLOG

lunedì 13 giugno 2022

Europa e Globalizzazione

Alcune recenti questioni mettono in discussione due caratteristiche fondamentali dello sviluppo della globalizzazione, questa volta soprattutto europea: l’importazione di beni a basso costo (Cina) e l’importazione di energia a basso costo (Russia). 

Le sanzioni, ora, non fanno che peggiorare la situazione in quanto si favorisce direttamente il consolidamento dell’asse russo-cinese sul piano industriale ed energetico. Già la Cina ha (ancora non per molto data la nostra politica deflattiva) un costo del lavoro più basso, ora avrà anche un costo energetico più basso, in quanto molte delle fonti di energia che prima vendeva a noi ora la Russia le vende scontate alla Cina e anche all’India. 

Come noi cerchiamo fornitori alternativi (come se alcuni paesi dell’Africa fossero politicamente più stabili della Russia…), anche l’Orso cerca acquirenti alternativi. Avremo cioè molti prodotti “Made in China with Russian energy”, con una perdita di competitività delle nostre imprese.

GABRIELE GUZZI

venerdì 10 giugno 2022

Messi all'indice

Il XVI secolo è caratterizzato da due avvenimenti importanti e strettamente intrecciati tra di loro. E' il secolo della Riforma protestante e della reazione della Chiesa cattolica che cerca di limitare il diffondersi delle idee luterane in Italia. 

Ma è anche il secolo che vede un rapido sviluppo della stampa e della diffusione dei libri tra strati sociali che prima non potevano accedervi a causa del prezzo molto elevato dei manoscritti, con la rivoluzione introdotta dalla stampa a caratteri mobili.

Martin Lutero, avendone intuito il potenziale, utilizza la stampa come veicolo per diffondere le sue idee. La Chiesa cattolica reagisce dando battaglia sullo stesso terreno, imponendo restrizioni e divieti su ciò che si poteva pubblicare. 

Nel 1559 il Papa promulga il primo Indice dei libri proibiti in cui venivano elencate le opere che non potevano essere né pubblicate né lette. Dopo il primo Indice, ne seguono altri che ampliano la portata delle proibizioni, inizialmente concentrate sui libri con tematiche religiose, a generi letterari diversi, generando un clima di grande incertezza.

LA VOCE INFO

giovedì 9 giugno 2022

Marxismo

Il marxismo non è affatto in primo luogo, come molti pensano, una dottrina economica. È innanzi tutto una teoria sociale il cui nocciolo è “l’umanesimo marxista”. 

A parere di Karl Marx, la società nata dalla rivoluzione industriale e dalla Rivoluzione Borghese del 1789, si è rivelata ingiusta. Questo filosofo aveva sotto gli occhi la Germania e la Francia della metà del XIX secolo e se le rappresentava come un sistema in cui panciuti borghesi capitalisti se la godevano mentre i proletari sudavano per un tozzo di pane. 

Egli piangeva soprattutto sui contadini che lasciavano le campagne per divenire gli schiavi dei nuovi opifici. Dimenticando che, se i contadini lasciavano le campagne per le fabbriche, era perché nei campi si faticava di più e si guadagnava di meno.

A Marx andava per traverso che nell’industria guadagnasse più di tutti proprio il padrone, colui che, pur avendo fondato l’impresa, ora non lavorava. E questo gli pareva ingiusto.  Al filosofo, a quanto pare, non passò mai per la mente il concetto di “rischio di impresa”.

GIANNI PARDO

domenica 5 giugno 2022

Deep State

Gli anni del Covid sono stati il più grande trionfo dello Stato amministrativo da quando Luigi XIV costruì Versailles.

Lo Stato amministrativo è il metastrato dello Stato politico che si immagina invulnerabile alla supervisione giuridica e legislativa. Si considera anche immortale: non può morire, indipendentemente da chi viene eletto. Questo strato dello Stato ha assunto gradualmente sempre più potere negli ultimi cento anni di guerre e altre crisi, compresa quella attuale con le malattie pandemiche.

Questo meta-strato dello Stato, che opera al di fuori della politica elettorale, ha avuto una giornata campale con il Covid, guadagnando potere, emanando editti e ottenendo nuovi finanziamenti. Non è una “teoria della cospirazione” osservare che questa tendenza esiste e che lo Stato ha i suoi interessi che non sono sempre perfettamente in accordo con l’interesse pubblico. 

JEFFREY TUCKER

giovedì 2 giugno 2022

Furto e distruzione

Tutte le religioni e tutte le legislazioni sono contro il furto e tuttavia, dal punto di vista economico. il ladro non rappresenta il male peggiore. 

Se egli ruba un’automobile e poi se ne serve per fare la spesa, accompagnare i figli a scuola, andare in gita fuori porta o recarsi al lavoro (se oltre a rubare lavora), quell’automobile, dal punto di vista economico, rappresenta ancora un fattore di ricchezza per la società. Il ladro pagherà le accise sulla benzina, l’Iva sui pezzi di ricambio o sul lavoro del meccanico, e via dicendo.

Il massimo danno – economicamente – non si ha se A ruba la cosa di B, ma se la distrugge. Perché quella è una perdita netta per tutti. La distruzione di un bene è più stupida e più immorale del furto.  

GIANNI PARDO