[La Russia] – per ragioni inerenti anche al suo suolo e al suo clima – è povero e moderatamente industrializzato. I russi sono poco oltre 140 milioni, ma il PIL del Paese è inferiore a quello dell’Italia (60 milioni). (...)
E tuttavia questo Paese ha una
monocultura di (relativo) successo: l’industria delle armi.ha una monocultura di (relativo) successo: l’industria delle armi.
Per questo fatto le spiegazioni potrebbero essere molteplici, ma la più semplice è che si tratti di una scelta strategica, inerente ai principi fondamentali legati alla sopravvivenza della Federazione.
Da sempre la Russia teme di essere invasa e dominata (le è del resto
avvenuto ripetutamente, data la sua mancanza di confini naturali);
dunque avere molte armi e, se possibile di ultimo modello, è una
garanzia di sopravvivenza. Riuscendo poi a venderle anche all’estero, si
possono prendere due piccioni con una fava. (...)
[Inoltre] i russi credono solo alla forza e questa è una sfida alla storia. In particolare al detto francese secondo cui on peut tout faire avec des baïonnettes, sauf s’asseoir dessus: si può fare di tutto con le baionette, salvo sedercisi sopra.
Il senso è che vanno bene per una battaglia, ma non per la normalità. Se Roma è durata tredici secoli è perché, malgrado i suoi enormi difetti, godeva del consenso dei governati.
Se invece la Russia è stata odiata dovunque abbia posato gli stivali (nell’Est europeo per 40 anni e più) è chiaro che era sprovvista della saggezza di Roma. O di Londra, nell’Ottocento.
GIANNI PARDO