Immediatamente dopo la I° guerra mondiale i Socialisti prendono il coraggio a quattro mani e proclamano la loro intenzione di replicare in Italia la Rivoluzione Russa. Patapim patapum, il Biennio Rosso, fabbriche occupate, cariche di cavalleria, il repertorio classico.
Dato che i Socialisti avevano creato questo “storytelling” per cui i reduci non dovevano vantare meriti di guerra perché la guerra era contro il Proletariato mondiale, in qualche maniera riescono ad alienarsi gli Italiani. Mussolini, che come diceva lui stesso, “fiutava l'aria”, comincia a proporre un movimento di reduci provando vari nomi, tipo “trincerismo”. Viene ignorato fino a che i Socialisti non cominciano a spaventare la Borghesia italiana e la Monarchia.
A quel punto si propone coi suoi reduci e col Fascismo per ristabilire l'ordine attuando una sua “rivoluzione-controrivoluzionaria”, in sostanza trasformando l'Italia monarchica in una dittatura militare che rassicurava un po' tutti. Nel frattempo, la sinistra italiana aveva prodotto uno scisma, dai Socialisti, considerati mollaccioni, si staccano i Comunisti.
Segue il Ventennio durante il quale il Fascismo di Mussolini non incontrò alcuna opposizione. Il Popolo era analfabeta ed abituato a obbedire, la Borghesia era rassicurata dal fatto che tutti i quadri del Fascismo erano dei loro, la Monarchia aveva scelto il Fascismo come male minore per non cominciare una guerra civile aperta. I Socialisti e i Comunisti erano nelle catacombe.
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