L’ideale illuministico dei diritti
dell’uomo è figlio di un’altra illusione: il “diritto naturale”. Cosa di
cui si cominciò a parlare in quell’epoca e che, dai tempi di Grozio, è
rimasto un sogno di molti. Il
diritto naturale ha una strana caratteristica: tutti credono di sapere
che cos’è e tutti l’approvano, prima ancora di conoscerne il contenuto.
Ed inoltre – ulteriore illusione – pensano che, se si adottasse, il
Paese funzionerebbe benissimo. In realtà, in primo luogo gli interrogati
non sanno dire che cos’è; in secondo luogo – e soprattutto - non
saprebbero esporne il contenuto.
Lo stesso Grozio, che del diritto
naturale è stato il teorico, si è limitato a tre o quattro norme. Ciò
significa che un Paese in cui le uniche leggi fossero quelle “naturali”
previste da Grozio sarebbe un Paese anarchico. Non si può governare un
Paese stabilendo soltanto che è meglio non uccidere il prossimo e non
molestare chi possiede qualcosa.
Il
diritto naturale non esiste. Esiste soltanto il diritto positivo. Ed
anzi non basta che le leggi siano scritte e promulgate: il diritto
esiste quando esistono anche le strutture (forza pubblica e
amministrazione giudiziaria) che lo applicano.
GIANNI PARDO