Nell’età contemporanea lo Stato è divenuto “il Grande Solutore”, il “Grande Padre”, il “Nuovo Dio”; e per conseguenza anche “il Grande Responsabile”.
Se c’è una frana il colpevole è lo Stato che non l’ha prevenuta. Se qualcuno perde il lavoro tocca allo Stato fornirgli un reddito sostitutivo, e ciò anche se non ha alcuna voglia di lavorare. Chi ha un incidente sul lavoro, anche per colpa sua, poi deve vivere a spese dello Stato.
Lo Stato deve provvedere alla salute di tutti (“le
migliori cure a tutti indistintamente, gratis”), inclusi quelli che la
propria salute la danneggiano; deve pensare alle strade, alla scuola,
alla giustizia; al finanziamento dell’arte e della cultura; alla cura
dei boschi e delle montagne, alla prevenzione dell’abbandono scolastico,
della violenza domestica, e del maltrattamento degli animali. E non
deve nemmeno dimenticare di far sorgere il sole la mattina.
Si è creata una situazione paradossale: Dio era considerato
onnipotente ma gli si chiedeva poco. Addirittura gli si perdonava di non
dare nemmeno il poco che gli era stato chiesto (“Aveva i suoi
misteriosi disegni”).
Allo Stato, che non è onnipotente, si chiede tutto e non si perdona niente. Neanche di non avere fatto ciò che era impossibile fare: per esempio modificare il clima e mettere in sicurezza il territorio contro gli eventi catastrofici. Ma almeno i terremoti potrebbe prevederli, ed eventualmente ricostruire tutto a sue spese, no?
GIANNI PARDO
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