CAP. 2 - Martedì
Erano le
otto e mezza appena passate quando Ben Wallace, uno dei migliori
investigatori privati di Bristow, entrò nel suo studio. Era un nero
di circa quarant’anni, col fisico ancora atletico e una altezza non
comune. Ben sedette alla scrivania, guardò l'orologio alla parete e
vide che era già l’ora del notiziario alla radio. Tanto valeva
sentire le ultime novità.
- Pico,
- disse rivolto al suo computer - accendi la radio sulla stazione
del notiziario. - PROVVEDO SUBITO
La voce
leggermente metallica di un'annunciatrice si disperse per la stanza:
"…
creando una situazione di grave allarme. Il segretario di Stato,
da parte sua, ha assicurato che il governo federale farà tutto il
possibile per affrontare e risolvere il problema… Passiamo ora
alle notizie locali ....Vasta eco ha ottenuto la voce secondo cui un
imprenditore di Nelson avrebbe denunciato Vim Baker, sindaco
della città, per tentata corruzione L'ufficio del procuratore
distrettuale, per ora, si rifiuta di rilasciare qualsiasi
dichiarazione, ma non ha nemmeno smentito ufficialmente la
notizia. Secondo quello che abbiamo potuto appurare,
l'imprenditore che ha presentato la denuncia, il cui nome per ora
rimane anonimo, avrebbe precisato che non si tratterebbe di un caso
isolato, ma che la corruzione regnerebbe sovrana da molto tempo
al municipio di Nelson."
- Non mi
stupisce - commentò Ben tra sé e sé - Quel Baker non mi era mai
piaciuto. E farà anche una brutta fine, me lo sento.
"...in
attesa di ulteriori sviluppi. Se ci saranno novità di rilievo
nella vicenda, vi terremo informati nei prossimi notiziari. Un
breve stacco pubblicitario, poi daremo la parola al nostro esperto
per le notizie sportive."
- Pico,
passa a un canale di musica.
- PROVVEDO
SUBITO.
* * * * *
Ben
Wallace stava lavorando da meno di mezz’ora, quando squillò il
telefono.
- Wallace
investigazioni, buongiorno. - disse Ben.
- Il
signor Wallace ?
- Sono io.
- Mi
chiamo Victoria Alexander, abito a Nelson e ho bisogno del vostro
aiuto.
- Bene,
ditemi pure.
- Si
tratta di mio marito. Presumo che la vostra agenzia faccia anche
pedinamenti.
- Se
necessario, sì.
- Ho paura
che...
Victoria
si interruppe senza finire la frase. Questa è la classica
moglie che teme il tradimento del marito, si disse Ben, ma tenne
il pensiero per sè.
- Dite
pure, signora... - la sollecitò Ben.
- No.
Non riesco a parlare di certe cose per telefono. Devo
spiegarle di persona. Posso venire lì da voi ?
-
Certamente. Venite quando volete.
- E' che
non ho molto tempo libero, in questo periodo. Sono attrice, sapete,
e sto lavorando.
- Ma
guarda ! Siete una persona importante, allora.
- Non
prendetemi in giro. Non conoscevate neanche il mio nome.
- Voi
siete attrice di cinema o di teatro ?
- Di
teatro. Lavoro allo stabile di Nelson.
- Allora
non dovete stupirvi. Purtroppo frequento poco il teatro. Più che
altro è una questione di pigrizia.
Victoria
ebbe un leggero sorriso.
- Vi
andrebbe bene domani, nel primo pomeriggio ?
- Direi di
sì. - rispose Ben – Facciamo alle tre ?
- D’accordo
per le tre. Allora ci vediamo domani. - A domani.
Christian
Laettner si alzò lentamente dalla scrivania del suo studio e si
avvicino pensieroso alla finestra. Laettner era ormai piuttosto
anziano, molto magro, con la fronte rugosa e le orecchie a
sventola. Un ometto che a vederlo non lo avresti degnato di
nessuna considerazione. Invece era il più bravo fiscalista di
Bristow, con un grande studio pieno di associati e di segretarie.
E, cosa
ancora più importante, era socio fondatore nonchè attuale
presidente della Atlantic Trust, una piccola banca privata della
zona. La banca andava abbastanza bene, ma era piccola e Laettner si
rendeva conto che c’era bisogno di forze fresche nella società,
di sangue nuovo che potesse garantire un futuro di sviluppo. E
proprio questo era il motivo dei suoi pensieri: un giovane
finanziere di nome Sam Cassell.
Cassell
era appena stato da Laettner e aveva parlato a lungo con lui,
proponendosi come nuovo socio della Banca. Offriva un buon
numero di milioni per acquistare un piccolo pacchetto di azioni,
ed entrare come socio di minoranza nella banca. In cambio però
voleva la carica di vice-presidente operativo. Sam Cassell aveva
poco più di quarant'anni, ed aveva fatto una notevole fortuna con
investimenti azzeccati in vari settori economici. Era ricco, capace,
competente. Sapeva parlare bene e aveva dato di sè un immagine più
che ottima. Laettner aveva dovuto sinceramente ammirare la sua
abilità. Ma l'uomo non lo convinceva. C'era qualcosa in lui che
gli faceva pensare ad un arrivista senza scrupoli. E loro non
potevano permettersi di dare la banca in mano ad un tipo così.
Il sole
stava incominciando a salire e il cielo, azzurro e terso, senza una
nuvola, offriva uno spettacolo incomparabile. Ma Laettner, preso nei
suoi pensieri non riusciva quasi ad accorgersene. Cassell era stato
molto garbato e ragionevole. Aveva presentato le proprie
credenziali, illustrato le sue consistenze patrimoniali, illustrato
con dovizia di particolari i bilanci delle sue società
finanziarie. E, ben conscio della delicatezza della sua
richiesta, aveva lasciato a Laettner tutto il tempo che voleva per
prendere una decisione. Era stato tranquillo e sicuro di sè.
Ma, maledizione, non riusciva a convincerlo.
Laettner
tornò sospirando alla scrivania. Doveva assolutamente saperne di
più su quel tizio. L'indomani c'era il consiglio di
amministrazione e c'erano altre cose più urgenti da discutere.
Ma appena possibile avrebbe dovuto parlarne con gli altri soci. E non
poteva parlarne con loro senza essersi prima chiarito le idee su
Sam Cassell. Ci avrebbe pensato giovedì.
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