domenica 22 dicembre 2013

La tana della volpe - 2

CAP. 2 - Martedì

Erano le otto e mezza appena passate quando Ben Wallace, uno dei migliori investigatori privati di Bristow, entrò nel suo studio. Era un nero di circa quarant’anni, col fisico ancora atletico e una altezza non comune. Ben sedette alla scrivania, guardò l'orologio alla parete e vide che era già l’ora del notiziario alla radio. Tanto valeva sentire le ultime novità.
- Pico, - disse rivolto al suo computer - accendi la radio sulla stazione del notiziario. 
- PROVVEDO SUBITO
La voce leggermente metallica di un'annunciatrice si disperse per la stanza:
"… creando una situazione di grave allarme. Il segretario di Stato, da parte sua, ha assicurato che il governo federale farà tutto il possibile per affrontare e risolvere il problema… Passiamo ora alle notizie locali ....Vasta eco ha ottenuto la voce secondo cui un imprenditore di Nelson avrebbe denunciato Vim Baker, sindaco della città, per tentata corruzione L'ufficio del procuratore distrettuale, per ora, si rifiuta di rilasciare qualsiasi dichiarazione, ma non ha nemmeno smentito ufficialmente la notizia. Secondo quello che abbiamo potuto appurare, l'imprenditore che ha presentato la denuncia, il cui nome per ora rimane anonimo, avrebbe precisato che non si tratterebbe di un caso isolato, ma che la corruzione regnerebbe sovrana da molto tempo al municipio di Nelson."
- Non mi stupisce - commentò Ben tra sé e sé - Quel Baker non mi era mai piaciuto. E farà anche una brutta fine, me lo sento.
"...in attesa di ulteriori sviluppi. Se ci saranno novità di rilievo nella vicenda, vi terremo informati nei prossimi notiziari. Un breve stacco pubblicitario, poi daremo la parola al nostro esperto per le notizie sportive."
- Pico, passa a un canale di musica. 
- PROVVEDO SUBITO.

* * * * *

Ben Wallace stava lavorando da meno di mezz’ora, quando squillò il telefono.
- Wallace investigazioni, buongiorno. - disse Ben.
- Il signor Wallace ?
- Sono io.
- Mi chiamo Victoria Alexander, abito a Nelson e ho bisogno del vostro aiuto.
- Bene, ditemi pure.
- Si tratta di mio marito. Presumo che la vostra agenzia faccia anche pedinamenti.
- Se necessario, sì.
- Ho paura che...
Victoria si interruppe senza finire la frase. Questa è la classica moglie che teme il tradimento del marito, si disse Ben, ma tenne il pensiero per sè.
- Dite pure, signora... - la sollecitò Ben.
- No. Non riesco a parlare di certe cose per telefono. Devo spiegarle di persona. Posso venire lì da voi ?
- Certamente. Venite quando volete.
- E' che non ho molto tempo libero, in questo periodo. Sono attrice, sapete, e sto lavorando.
- Ma guarda ! Siete una persona importante, allora.
- Non prendetemi in giro. Non conoscevate neanche il mio nome.
- Voi siete attrice di cinema o di teatro ?
- Di teatro. Lavoro allo stabile di Nelson.
- Allora non dovete stupirvi. Purtroppo frequento poco il teatro. Più che altro è una questione di pigrizia.
Victoria ebbe un leggero sorriso.
- Vi andrebbe bene domani, nel primo pomeriggio ?
- Direi di sì. - rispose Ben – Facciamo alle tre ?
- D’accordo per le tre. Allora ci vediamo domani. 
- A domani.

* * * * *

Christian Laettner si alzò lentamente dalla scrivania del suo studio e si avvicino pensieroso alla finestra. Laettner era ormai piuttosto anziano, molto magro, con la fronte rugosa e le orecchie a sventola. Un ometto che a vederlo non lo avresti degnato di nessuna considerazione. Invece era il più bravo fiscalista di Bristow, con un grande studio pieno di associati e di segretarie.
E, cosa ancora più importante, era socio fondatore nonchè attuale presidente della Atlantic Trust, una piccola banca privata della zona. La banca andava abbastanza bene, ma era piccola e Laettner si rendeva conto che c’era bisogno di forze fresche nella società, di sangue nuovo che potesse garantire un futuro di sviluppo. E proprio questo era il motivo dei suoi pensieri: un giovane finanziere di nome Sam Cassell.
Cassell era appena stato da Laettner e aveva parlato a lungo con lui, proponendosi come nuovo socio della Banca. Offriva un buon numero di milioni per acquistare un piccolo pacchetto di azioni, ed entrare come socio di minoranza nella banca. In cambio però voleva la carica di vice-presidente operativo. Sam Cassell aveva poco più di quarant'anni, ed aveva fatto una notevole fortuna con investimenti azzeccati in vari settori economici. Era ricco, capace, competente. Sapeva parlare bene e aveva dato di sè un immagine più che ottima. Laettner aveva dovuto sinceramente ammirare la sua abilità. Ma l'uomo non lo convinceva. C'era qualcosa in lui che gli faceva pensare ad un arrivista senza scrupoli. E loro non potevano permettersi di dare la banca in mano ad un tipo così.
Il sole stava incominciando a salire e il cielo, azzurro e terso, senza una nuvola, offriva uno spettacolo incomparabile. Ma Laettner, preso nei suoi pensieri non riusciva quasi ad accorgersene. Cassell era stato molto garbato e ragionevole. Aveva presentato le proprie credenziali, illustrato le sue consistenze patrimoniali, illustrato con dovizia di particolari i bilanci delle sue società finanziarie. E, ben conscio della delicatezza della sua richiesta, aveva lasciato a Laettner tutto il tempo che voleva per prendere una decisione. Era stato tranquillo e sicuro di sè. Ma, maledizione, non riusciva a convincerlo.
Laettner tornò sospirando alla scrivania. Doveva assolutamente saperne di più su quel tizio. L'indomani c'era il consiglio di amministrazione e c'erano altre cose più urgenti da discutere. Ma appena possibile avrebbe dovuto parlarne con gli altri soci. E non poteva parlarne con loro senza essersi prima chiarito le idee su Sam Cassell. Ci avrebbe pensato giovedì.

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