CAP. 6 - Lunedì
-
Ovviamente, il completamento dei lavori non potrà avvenire prima di
Natale - disse l'uomo biondo con gli occhiali.
- E allora
? - disse Vim Baker con voce stanca, stringendosi nelle spalle -
Non è mica un problema.
- No ?
- No.
Basta che sia tutto finito prima della visita del Governatore.
- Che
sarebbe... ?
- Il 14 o
il 15 di Gennaio.
- Allora
ce la facciamo di sicuro - confermò il biondo - Continuo ad
occuparmene io ?
- Certo,
perchè non dovresti ? - rispose Baker - Però tienimi informato.
- O.K. Ne
parlerò oggi stesso col direttore dei lavori. Conto di farti
sapere qualcosa entro la fine della settimana.
-
D'accordo.
L'uomo
biondo con gli occhiali, che altri non era se non l'assessore
ai lavori pubblici, raccolse i suoi incartamenti e lasciò la stanza
del sindaco. Baker socchiuse gli occhi e si appoggiò allo
schienale della sedia. La sua mente abbandonò rapidamente il
problema dei lavori per il Governatore, di cui a quel punto non
gli importava più un "fico secco" e ritornò al suo
pensiero dominante.
Dunque,
si disse, cerchiamo di stabilire il giorno giusto. Oggi ovviamente
no. E' già troppo tardi. Domani nemmeno. C'è l'incontro con
l'associazione degli industriali, il pranzo con il presidente
vicario, la conferenza stampa. Troppi impegni e tutti
importanti. Non posso mancare, convenne Baker, se ne
accorgerebbero subito tutti.
Mercoledì... Ecco,
mercoledì sarebbe andato benissimo. Nessun impegno particolare, che
si ricordasse a memoria, il che voleva dire che non c'era niente di
veramente importante. Poteva rinviare gli appuntamenti e andarsene
alla chetichella. Prima che qualcuno si fosse accorto di
qualcosa sarebbe stato giovedì. Troppo tardi per pescarlo.
Perfetto. Baker schiacciò il pulsante dell'interfono.
- Dite
dottor Baker - disse una voce femminile.
- Che
appuntamenti ho per mercoledì ?
- Un
attimo solo - disse la segretaria.
Restò
qualche istante in silenzio, poi rispose.
- Non c'è
molto. Alle 9 c'è una riunione con l'assessore e il
direttore della nettezza urbana per il problema della raccolta
differenziata. Alle 11,30 sarete alla scuola elementare Kennedy per
incontrare i bambini. Questo per quanto riguarda il mattino. Al
pomeriggio...
- Un
attimo, Susan. - la interruppe il sindaco - Sono a pranzo con
qualcuno ?
- No.
- Bene.
Continua.
- Alle
15,30 viene il tipografo con le bozze di stampa dei depliant
illustrativi per la Fiera del Libro. Infine alle 17,15
dovrebbe venire il parroco della parrocchia di St. Joseph per
quegli aiuti alla mensa dei poveri, ma deve confermare.
- Niente
altro ?
- Niente
altro.
- Ok.
Allora disdici tutto.
La
ragazza non fece una piega. Susan Elliott era la segretaria
personale di Vim Baker ormai da due anni, ed era abituata a
quei cambiamenti improvvisi. Guadagnava bene, niente da dire. Però
doveva occuparsi delle questioni più delicate, come ad esempio
disdire gli appuntamenti senza che le altre persone si
offendessero. Non era facile e nemmeno piacevole, ma faceva parte
del suo lavoro.
- Sposto
tutto più avanti ?
- Sì.
Vedi tu quando.
-
D'accordo.
Baker
spense l'interfono e guardò l'orologio: le quattro meno un quarto.
Speriamo che sia ancora a casa, si disse. Prese il telefono e
compose un numero che conosceva a memoria. Rispose una voce d'uomo.
- Sì ?
- Vermont
a South Dakota - disse Baker.
- Sono io.
- Ho
deciso. E' per mercoledì.
- Va bene.
- E'
arrivato il pacco ? - chiese Baker.
- E'
arrivato.
-
Perfetto.
* * * * *
Alle
quattro e dieci Ben era ancora nello studio intento a lavorare con
l’aiuto di Pico. La sede della Atlantic Trust non era lontana e
poteva arrivarci a piedi in meno di un quarto d'ora. Era nel bel
mezzo di una relazione quando il telefono squillò.
- Agenzia
Wallace.
- Il
signor Ben Wallace ? - chiese una voce d'uomo.
- Sono io.
- Sono
Christian Laettner.
- Signor
Laettner, buongiorno ! Stavo giusto preparandomi per venire da voi.
- C'è un
piccolo contrattempo - disse l'uomo con voce stanca.
-
L'appuntamento è rinviato ?
- No. E'
che non mi sento molto bene e stamattina non sono andato in ufficio.
Sono a casa mia, ma preferisco non rimandare. Potete venire da me,
anzichè in Banca ?
- Certo.
Non c'è problema. Datemi l'indirizzo.
- Dunleavy
Road 59.
- Ma è
fuori città... - scappò detto a Ben.
- La
disturba la cosa ?
- Ho la
macchina dal meccanico. In banca sarei venuto a piedi.
- Non vi
preoccupate. - disse Laettner - Prendete un taxi e mettete la
spesa in conto.
-
D'accordo.
Ben
guardò l'ora: le quattro e venticinque.
- Volete
che venga subito ? - chiese.
Laettner
ci pensò sopra un attimo.
- Se non
vi dispiace. Non mi sento tanto in forma e preferisco levarmi il
pensiero il più presto possibile.
- Allora
ci vediamo fra poco.
* * * * *
Non
c'era molto traffico, quel giorno. In poco più di venti minuti
il taxi chiamato da Ben si lasciò alle spalle il centro della
città, arrivò alla periferia nord di Bristow e svoltò in
Dunleavy Road. Era quella una delle più belle zone residenziali
della città, piena di ville e villette, ben distanziate tra loro e
circondate da ampi giardini. Un posto per gente ricca. La
strada, piuttosto stretta ma molto lunga, si snodava sinuosa
partendo dall'estremità nord della città e si dirigeva per alcuni
chilometri verso l'aperta campagna.
Dietro le
villette si vedevano distese di campi, ora verdi ora coltivati, e
boschi fitti di alberi d'alto fusto, per lo più latifoglie.
Era stagione di caccia e la quiete della campagna era rotta ogni
tanto da spari isolati. Ben non era mai venuto in quella zona e
stava ammirando le splendide ville e gli altrettanto splendidi
giardini. La numerazione era irregolare, come spesso succede nelle
strade di periferia in mezzo alla campagna, ma il tassista sapeva
il fatto suo e procedeva sicuro. Ben vide il numero 43, seguito
dal 47 e dal 49. Poi il 55, subito dopo l'incrocio con una
stradina sterrata. Probabilmente la numerazione proseguiva nella
stradina. Il panorama affascinante e la giornata splendida fecero
venire voglia a Ben di scendere prima per camminare un po'. Quando
vide il 57 si rivolse al tassista.
- Ok,
lasciatemi pure qui. Faccio due passi a piedi.
- Come
volete. Sono 25 dollari.
Ben pagò
la corsa, si fece dare la ricevuta e scese dall'auto. Il taxi fece
una difficoltosa inversione di marcia e ritornò verso la città.
Ben si guardò intorno soddisfatto, respirando avidamente l'aria
pura della campagna. Che bei posti, si disse, l'ideale per
un pic-nic. Se il tempo bello continua, voglio tornarci una
domenica. Passerei una giornata splendida. Si incamminò lentamente e
passò davanti alla cancellata del n.57. Era una bella villa, di
stile antico, piuttosto piccola, ma molto ben fatta.
Sul
prato davanti alla casa c'era un signore, non più giovane,
seduto davanti ad un cavalletto, che dipingeva. Ben Wallace
amava molto la pittura e la curiosità lo fece avvicinare ancora
di più. L'uomo era piuttosto robusto, con il viso rasato e i
capelli screziati di bianco. Stava dipingendo un
paesaggio. Piuttosto ben fatto, a dire il vero, anche se non
lo si poteva certo definire un capolavoro. In quel momento dalla
boscaglia dietro alla villa si levarono due colpi di fucile
ravvicinati e l'uomo voltò il capo indispettito. Evidentemente
non gli piaceva la caccia, oppure teneva solamente alla propria
tranquillità.
Ben vide
fugacemente in viso il pittore sconosciuto ed ebbe l'impressione
che gli ricordasse qualcuno. Notò anche che l'uomo portava
uno strano aggeggio sull'orecchio sinistro: un apparecchio
acustico, probabilmente. Ma non era proprio il caso di mettersi
a fare il ficcanaso con uno sconosciuto. Ben alzò lo sguardo
davanti a lui e a un centinaio di metri di distanza, proprio prima
che la strada svoltasse ancora verso destra, vide la villetta
successiva. Era sicuramente la numero 59, quella di Laettner.
Riprese a camminare e si diresse deciso verso la villa di
Laettner.
* * * * *
Christian
Laettner accolse Ben indossando una vestaglia da camera marrone
di seta leggera ed un foulard color crema annodato al collo. Si
capiva che non stava troppo bene per via dello sguardo un po'
febbricitante, ma emanava ugualmente la sua consueta forza
interiore. Ben era vestito impeccabilmente, come al solito, con una
camicia bianca e una cravatta blu, quasi unita.
-
Accomodatevi - disse l'anziano banchiere a Ben, sedendosi a sua volta
su una delle poltrone del suo studio - Preferisco stare seduto,
mi stanco di meno. Uno scotch ?
-
Veramente non bevo liquori.
- Un vero
virtuoso.
Laettner
suonò un campanello, poi si versò un mezzo bicchiere di whisky e
incominciò a centellinarlo. In un attimo comparve la cameriera.
- Dite voi
quello che desiderate - chiese Laettner.
- Una
birra andrà benissimo.
Laettner
fece un cenno alla cameriera che annuì e se ne andò.
- E'
proprio bello, qui, sa ? - disse Ben con sincera ammirazione.
- La casa
?
- Anche,
ma soprattutto il posto. C'è una pace incredibile, da queste parti.
- Sì. E'
una zona magnifica.
- Pensate
che mi sono fatto lasciare un po' prima dal taxi, solo per il
piacere di guardarmi un po' attorno.
- Peccato
solo che sia stagione di caccia e che ogni tanto si sentano questi
orribili colpi.
- Non vi
piace la caccia ?
- Non mi
piace il rumore.
- Vi
capisco - convenne Ben con un sorriso - A proposito, nella villa
prima della vostra ho visto uno strano tizio, in giardino.
- Ah sì.
Il pittore.
- E'
proprio un pittore ? - chiese Ben incuriosito.
- Non so.
Sono io che lo chiamo così.
- In
effetti l'ho visto dipingere.
- Lo fa
spesso, ma non so nulla di lui. So che si chiama Cris Webber perchè
l'ho letto sulla targhetta del campanello. Ma niente altro.
- E’
arrivato da poco ? – chiese Ben.
- Neanche
tanto. E qui da circa due anni. Il fatto è che è un
misantropo incredibile. Sta sempre chiuso in casa, salvo
qualche volta, quando è bel tempo. Allora esce in giardino e
si mette a dipingere. Ma sempre senza dire mai una parola con
nessuno.
- Forse è
in imbarazzo perchè è sordo.
- Sì è
vero. Come fate a saperlo ?
- Mi sono
accorto per caso che portava l'apparecchio.
-
Complimenti per lo spirito di osservazione - disse Laettner
sinceramente ammirato.
- Beh, è
il mio mestiere. Non esce mai fuori dalla villa ?
- Si,
ogni tanto. Ma solo in macchina. Poi se ne sta giorni e giorni
chiuso in casa, senza farsi vedere.
- Sempre
da solo ?
- Sempre
da solo.
Ben
scrollò il capo.
-
Probabilmente è proprio un pittore in pensione che non ha più
tutte le rotelle a posto.
- Possibile
- ammise Laettner.
In quel
momento entrò la cameriera, con un vassoio d'argento su cui
portava un boccale di birra chiara. La ragazza posò il bicchiere
sul tavolino e uscì di nuovo dalla stanza. Ben prese la sua
birra e incominciò a sorseggiarla con soddisfazione. Era
deliziosamente fresca, con la schiuma al punto giusto e il gusto
era ottimo.
- Allora,
signor Laettner, parliamo di lavoro adesso.
- Giusto.
Bene, ho un incarico per voi. Ma vi dico subito che è una cosa
delicata.
In poche
parole, col suo tipico modo di fare conciso ed esauriente,
Laettner raccontò a Ben Wallace la storia di Sam Cassell. Delle sue
proposte per entrare nella banca come nuovo socio, della convenienza
economica della sua offerta ma anche delle sue perplessità sulla
sua persona.
-
Quell'uomo non mi convince, ecco tutto. Ma non posso accontentarmi
di una sensazione. E' una scelta troppo importante, questa, per il
futuro della nostra banca, e voglio avere qualche elemento concreto
su cui basarmi, prima di decidere. Vorrei capire come ha fatto la
sua fortuna. A tutti noi è capitato qualche volta di scendere a
compromessi. Nel campo degli affari, sono cose che capitano. Ma
c'è modo e modo. Se avesse fatto ricorso a comportamenti scorretti
o addirittura illegali per arrivare al successo, non potrei mai
accettarlo.
- Capisco.
- E poi -
continuò Laettner - mi interessa sapere quale grado di affidabilità
si può attribuire a quell'individuo come socio. Dovrà cercare di
parlare con qualcuno che è stato in affari con lui e capire se è
un alleato affidabile o no. Se è un tipo leale, che cerca di
perseguire il bene della società o se è un lupo solitario, che
tira sempre e comunque solo l'acqua al suo mulino.
Ben
continuò a sorseggiare la sua birra, mentre rifletteva su quello
che gli aveva detto Laettner.
- Magari -
disse pensieroso - si può vedere se ha tuttora dei legami con
persone poco raccomandabili, che possano ricattarlo.
- Ecco sì,
anche questo può essere utile - convenne Laettner.
- Cosa
potete dirmi di Cassel ? - chiese Ben - Tanto per avere una base da
cui partire.
Laettner
prese una piccola busta bianca che teneva nella tasca della
vestaglia.
- Ecco,
qui dentro c'è il poco che so. Dove è nato, quanti anni ha, dove
abita, il nome della sua società finanziaria e poco altro.
Ben prese
la busta senza aprirla, per delicatezza nei confronti del suo
cliente. L'avrebbe fatto in ufficio.
- Tocca a
voi scoprire tutto il resto - concluse Laettner - Non ci sono limiti
particolari di tempo. Ma avrei piacere di sapere qualcosa già per
la fine della settimana.
- Farò
il possibile.
Ben uscì
dallo studio e chiese alla cameriera di chiamargli un taxi. Poi
si fece accompagnare al cancello e senza aspettare che l'auto
arrivasse, uscì fuori sulla strada per godersi gli ultimi raggi di
sole. Si incamminò lentamente verso la città e ripassò davanti
alla cancellata del numero 57. Guardò dentro spinto dalla sua
irrefrenabile curiosità, ma il pittore sordo non c'era
più. Probabilmente era rientrato in casa. Improvvisamente gli venne
in mente a chi assomigliava quel tipo, nonostante la differenza di
età: a Shawn Bradley, l'attore che faceva il marito cornuto nella
commedia di Nelson. Poteva sembrare suo padre.
* * * * *
Finito di
cenare, Ben prese il telecomando e accese la televisione. Era appena
iniziato il telegiornale. Il giornalista dallo studio stava
annunciando, con la faccia seria di circostanza, un collegamento
importante con la sede di Nelson.
“La
sensazione diffusa – stava dicendo
l’inviato - è che la denuncia presentata
la settimana scorsa contro il sindaco Baker non solo abbia un suo
fondamento, ma rappresenti soltanto la punta dell’iceberg. Un
iceberg che rischia di rivelarsi molto più grande di quanto ci si
possa immaginare. Vim Baker, da parte sua, ostenta una grande
tranquillità, ma sappiamo che oggi pomeriggio è stato ascoltato dal
procuratore distrettuale. "
"Ci
sono state dichiarazioni ufficiali, al termine del colloquio ? "
- chiese l'annunciatore dallo studio centrale.
"
No." - rispose l'inviato - " Il
procuratore non ha voluto rilasciare commenti, anche se aveva la
faccia più seria e "tirata" del solito."
"
E il sindaco Baker ? "
"
Vim Baker si è limitato a due parole di circostanza. Ha detto che
si era trattato di un semplice incontro tra amici e che era
assolutamente certo che tutto si sarebbe risolto positivamente."
"
Quali saranno i prossimi sviluppi, secondo quanto si può prevedere ?
" - chiese ancora lo studio centrale.
"
Difficile dire " - continuò l'inviato
- " Secondo alcune voci che abbiamo
raccolto, il procuratore distrettuale avrebbe ordinato altri
interrogatori e forse qualche perquisizione, ma sul punto non
abbiamo conferme ufficiali. Certo se dovesse saltare fuori
qualcosa di concreto potrebbe anche scapparci una comunicazione
giudiziaria a Baker. "
"
E questo tra quanti giorni ? "
"
Secondo alcuni giornalisti, che ritengono fondate le accuse contro
Baker, il mandato di comparizione potrebbe arrivare già per la fine
di questa settimana. A voi la linea."
Il
collegamento con Nelson venne chiuso e l'immagine ritornò sullo
studio centrale.
"Si
tratta di una vicenda che, in ogni caso, lascerà strascichi per
parecchio tempo. Ringraziamo il collega di Nelson e vi
promettiamo nuove notizie su questa inchiesta
nel notiziario di domani. E passiamo ora alle
notizie sportive”.
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