Cap. 4 - Mercoledì
mattina
Come ogni mattina,
Delly Marshall, la graziosissima cameriera negra di casa
Stockton, entrò nell'ampio soggiorno per consegnare alla moglie del
giudice i giornali e la posta della giornata. Per tradizione ormai
consolidata, la signora Janet apriva e leggeva anche le lettere
indirizzate al marito. Era un'abitudine presa nei primi anni di
matrimonio, quando John ci teneva a darle un'impressione di lealtà e
fiducia nei suoi confronti: il classico marito che non ha segreti
per la moglie. Poi l'usanza era rimasta, senza un vero motivo,
anche adesso, nonostante il peggiorare dei loro rapporti.
John non se ne
lamentava, perchè aveva imparato ben presto come aggirare quella
piccola intrusione nella sua vita privata. Alcuni anni prima si
era iscritto all'"Old England", uno dei club più
esclusivi di Bristow, e si faceva mandare direttamente lì tutta la
posta in qualche modo riservata. La cosa non aveva destato
nessuna meraviglia, perchè si addiceva perfettamente a una persona
benestante e socialmente importante come lui, e funzionava benissimo.
John Stockton, sfruttando il fatto che la sede del club era molto
vicina al Tribunale, faceva in modo di andare al club quasi
tutti i giorni, per cui poteva leggere le sue lettere riservate
senza ritardo. E magari rispondere direttamente da lì, utilizzando
la carta intestata che il club metteva gentilmente a disposizione
dei soci. Janet, da parte sua, non sospettava di nulla, perchè
una parte della posta continuava comunque ad arrivare a casa. E
anche se intuiva qualcosa, non ci poteva fare nulla.
Delly si avvicinò
alla poltrona dove era seduta la signora e posò il vassoio della
posta sul tavolino davanti a lei. Janet la ringraziò con un
sorriso e la congedò con cortesia. Janet era quasi sempre
scontrosa nei rapporti con suo marito, visto che la sua vita
matrimoniale non era delle più felici, ma sapeva essere molto
gentile con le altre persone che le erano amiche. Forse era un
modo istintivo di cercare una compensazione affettiva, o
forse era soltanto un aspetto del suo carattere. Fatto sta che
Delly, pur essendo solo la domestica di casa, veniva trattata dalla
padrona con una intimità quasi famigliare. Il che inorgogliva
sinceramente la ragazza.
Così, sia per
riconoscenza, sia per un naturale sentimento di solidarietà
femminile, quando i due coniugi si mettevano a litigare per qualche
motivo, il che si verificava piuttosto spesso vista la
situazione di crisi perenne che si respirava in quella casa, Delly
non aveva esitazioni, e finiva sempre per schierarsi dalla parte
della signora. Senza contare alcune spiacevoli esperienze
personali. Delly ricordava ancora molto bene quello che era
successo qualche anno prima, quando il "rispettabile"
giudice Stockton, aveva tentato, per ben due volte e in modo
neanche troppo velato, di approfittarsi della bella cameriera
appena assunta. Per fortuna senza successo.
Delly sapeva che alla
signora Janet piaceva parlare con lei per commentare le lettere
che le arrivavano. Perciò rimase nella stanza a spolverare i
mobili, mentre la signora, dopo aver dato un'occhiata distratta
ai giornali, che avrebbe letto più tardi con tutta calma, apriva
la posta della giornata. Le prime due buste non contenevano niente
di interessante e Janet Stockton non disse nulla. Ma quando ebbe
aperto la terza, curiosamente senza mittente, ebbe un sussulto.
- Oh signore Iddio ! -
balbettò.
- Che succede signora
- chiese Delly, che aveva capito dal tono di voce della padrona,
che c'era qualcosa di grave.
- Delly, vieni a vedere.
La ragazza si avvicinò
e la padrona le tese un foglio di carta bianca con dei ritagli
di giornale incollati sopra, in modo da formare una frase.
- Che strana lettera -
disse Delly prendendola.
- Oh Signore... - ripetè
Janet incapace di connettere.
La ragazza lesse la
lettera e sbiancò anch'essa. Il testo era disposto su quattro
righe e diceva: “PREPARATI A MORIRE, GIUDICE STOCKTON. ADESSO SONO
IO CHE TI CONDANNO E TU MORIRAI !”
La ragazza posò il
foglio sul tavolino e guardò la padrona, la quale, a sua volta,
si torceva le mani senza sapere bene cosa fare. Non era più in
buoni rapporti con John, ma qui si trattava di una minaccia di
morte. La morte di suo marito. Non era una cosa da prendere con
allegria. Janet guardò Delly, che nonostante lo stupore, era
riuscita a mantenersi più calma.
- Che devo fare, Delly ?
- Credo che fareste bene
a telefonare al signore.
- In tribunale ? Sai che
non gli piace essere disturbato.
- Ma questa è una cosa
grave.
- Sì, è una cosa grave
– ripetè Janet come inebetita.
- Sono certa che non si
arrabbierà. E' una cosa importante, deve sapere quello che è
successo.
- Sì, Delly, hai
ragione.
Si alzò, si diresse
verso il telefono e fece il numero diretto della segretaria
personale di suo marito. Geena Howard rispose al secondo squillo.
- Tribunale di Bristow,
ufficio del Giudice Stockton. Desidera?
- Sono la signora
Stockton, Geena, devo parlare con mio marito.
- Non so se posso... -
disse titubante la ragazza. Aveva avuto istruzioni ben precise,
da parte del giudice, di non essere disturbato per nessun motivo
e non aveva nessuna voglia di prendersi una sgridata per avergli
disubbidito.
- E' in udienza, per
caso ? - La voce di Janet era agitatissima e la segretaria se ne
accorse. Capiva che doveva essere successo qualcosa di grave e non
se la sentì di mentire.
- In questo momento no,
però...
- Allora passatemelo
subito. Vi prego.
- Provo a vedere.
- Fate presto, mi
raccomando, Geena. E' successa una cosa gravissima.
Le ultime parole della
moglie ebbero il potere di far cadere le ultime resistenze nella
ragazza. Geena Howard premette il pulsante che escludeva la
comunicazione esterna e chiamò il numero interno della stanza del
giudice.
- Sì ? - disse
Stockton sgarbato. Stava esaminando una causa piuttosto difficile e
non tollerava di essere disturbato.
- C'è vostra moglie,
giudice... - disse la ragazza esitante.
- E allora ? Lo sai che
non voglio essere disturbato.
- Sì, lo so. Ma mi ha
detto che è una cosa grave.
Stockton ebbe un
attimo di esitazione poi si rese conto di quello che era successo.
Janet doveva aver ricevuto la lettera minatoria che lui stesso
aveva provveduto a compilare e spedire, e adesso era
agitatissima. Ottimo. Tutto stava andando a meraviglia.
- Va bene, va bene,
Geena... - disse alla ragazza, sempre con tono burbero, tanto
per rispettare la parte – passamela pure.
- D'accordo.
- Ma non voglio altre
interruzioni, dopo.
- No certo, giudice.
Geena Howard premette
un paio di pulsanti e gli passò la comunicazione.
* * * * *
Dopo essersi divertito
un po' con sua moglie, cercando il più possibile di
terrorizzarla senza darne l'impressione, Stockton alzò di nuovo il
telefono e chiamò il capo della polizia di Bristow, Vernon
Fleming. Aveva bisogno di coinvolgerlo direttamente per la
migliore riuscita del suo piano. E d'altra parte voleva
comportarsi in modo logico anche agli occhi di Delly, che dopo la
morte della moglie sarebbe stata una testimone preziosissima a suo
favore, per cui non poteva evitare di segnalare il fatto alla
polizia.
Il problema era
piuttosto un altro. Fleming era un tipo molto scrupoloso e lo
conosceva da anni, per cui avrebbe sicuramente insistito per
affidargli una scorta. Mentre lui, ovviamente, con quello che
aveva in mente, non aveva nessuna voglia di avere degli agenti tra
i piedi. Stockton, però, era fiducioso di poter rintuzzare i
tentativi di Fleming senza troppa difficoltà. Anzitutto la Polizia
era sempre a corto di uomini, e distaccarne un paio alla sua
protezione voleva dire sguarnire altri settori. Il Capitano
Fleming, questo, lo sapeva bene. E se da un lato non poteva non
offrire la sua protezione a un giudice, dall'altra l'avrebbe fatto
senza troppo entusiasmo. Così, se la "vittima" avesse
cortesemente rifiutato di ricevere la scorta, Fleming non avrebbe
avuto nessun motivo per insistere più di tanto. Perciò a
Stockton bastava fare leva sui legittimi desideri dell'altro per
riuscire nel suo intento.
Ma questo non era
l'unico argomento a suo favore. C'era anche il fatto che quella che
aveva ricevuto, in fondo, non era che una semplice lettera
minatoria. Stockton, in passato, ne aveva già ricevute altre,
anche se un po' più blande, e non era mai successo niente. Si
fosse trattato di una serie di lettere, tutte provenienti dalla
stessa fonte, forse Fleming avrebbe pensato a qualcosa di
veramente serio e avrebbe insistito, ma per il momento era prematuro.
E Stockton, d'altra parte, non aveva nessuna intenzione di
complicarsi la vita inviandosi altre missive. Per quello che
stava architettando, una sola lettera era più che sufficente. In
sostanza aveva tutti i motivi per stare tranquillo.
Il centralinista della
Polizia fu piuttosto efficiente e in pochi secondi Stockton ebbe
in linea il Capitano Fleming. Il giudice lo salutò
cordialmente e gli spiegò con voce tranquilla quello che era
successo. Cercò di mostrarsi tutt'altro che preoccupato, e
riuscì perfettamente nel suo intento. Fleming, come previsto,
gli offrì un paio di agenti per un certo periodo, ma Stockton
respinse sdegnato l'ipotesi di una scorta. E il capitano
Fleming, anche se a parole insisteva, era in realtà ben felice di
accontentarlo. Così si limitò a raccomandare al giudice di essere
prudente e di informarlo subito nel caso avesse ricevuto un'altra
lettera, o avesse visto qualcosa di sospetto. Stockton glielo
promise solennemente e il colloquio finì lì.
Fleming terminò la
telefonata e non ci pensò più. Rimosse rapidamente dalla sua
mente il problema di Stockton e si rituffò senza esitare nel
lavoro che aveva per le mani. Aveva ben altro per la testa il Capo
della Polizia di una città come Bristow che non fare la balia a un
giudice, anche se importante, solo per una banale lettera anonima !
Stockton, invece, posò
l'apparecchio con un sorriso e si appoggiò soddisfatto allo
schienale della poltroncina. Prese un bicchiere e si concesse una
dose generosa del suo cognac preferito. Tutto stava andando
esattamente come previsto e, pensò con legittimo orgoglio, non
poteva essere che così. Lui era un tipo troppo in gamba, per
tralasciare anche il più piccolo dettaglio. E chi ha
l'intelligenza e la pazienza di curare con attenzione anche i
minimi dettagli, si disse, non può fallire.
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