La vittima più illustre della guerra in Ucraina è il processo di globalizzazione. In effetti, la de-globalizzazione era già cominciata alla chetichella una decina di anni addietro, ma prima il Covid, poi una serie di incidenti ed infine l’invasione dell’Ucraina ne hanno accelerato notevolmente il corso.
Una buona notizia, visti i danni che la globalizzazione ha fatto, ma non priva di contropartite pesanti. Amalgamare tutte le economie del mondo in un unico titanico sforzo estrattivo è ciò che ha permesso di sfruttare risorse altrimenti irraggiungibili ed aprire nuovi mercati ad una sistema economico che se non cresce muore.
La deblobalizzazione chiuderà definitivamente le restanti opportunità di crescita in quasi tutti i campi, accelerando invece i tempi di una decrescita che sarà tanto più tumultuosa e dura, quanto più ci ostineremo ad ignorare il fatto che quale che sia il costo della decrescita, sarà sempre meno peggio del costo dell’ostinarsi a sognare una crescita che in Occidente è finita da decenni e che nel resto sta finendo proprio ora, sotto i nostri occhi.
JACOPO SIMONETTA
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