CAP. 8 - Sabato
Erano
ormai passati due giorni dalla sparizione del sindaco di Nelson e
la polizia, nonostante i suoi fieri proclami, brancolava ancora
nel buio. Non solo non si sapeva dove fosse, ma non erano
riusciti neppure a farsi un'idea di cosa fosse successo. Vim
Baker era semplicemente sparito nel nulla.
Avevano
interrogato un mucchio di gente, nel vano tentativo di ricostruire
quanto meno i suoi movimenti, da mercoledì mattina in poi, ma non
erano riusciti a scoprire nulla: nessuna traccia, nessuna notizia,
neppure una idea che fosse una su cui lavorare. Alcuni dicevano
che si era rifugiato all'estero, ma erano affermazioni così,
buttate a caso. Nè dagli aeroporti nè dai moli delle partenze
delle navi risultava nulla. Ma non voleva dire. Poteva essersi
imbarcato come clandestino. Nulla nemmeno dalle stazioni
ferroviarie, ma anche questo non voleva dire molto. La
maggioranza degli investigatori della polizia riteneva che Baker si
fosse eclissato a bordo di un'auto (non la sua, perchè quella era
rimasta al suo posto) e si fosse nascosto da qualche parte.
Non era
chiaro però di quale auto potesse trattarsi e, d'altra parte, non
era nei posti soliti che frequentava durante l'anno, perchè erano
stati controllati tutti. Probabilmente si era trovato una
sistemazione provvisoria, mai utilizzata prima, ma erano tutti
convinti che anche così non sarebbe durato molto, perchè Baker
era abbastanza noto nella zona. Se invece Baker si era trasferito
molto lontano, sulla costa ovest per esempio, o nell'interno, era
diverso. Ma gli inquirenti contavano molto sul fatto che i
giornali e le televisioni avevano ormai fatto entrare la sua faccia
in tutte le case e qualcuno, prima o poi, avrebbe notato qualcosa.
Inoltre
era stato promesso un ricco premio per la sua cattura, ben 20
mila dollari offerti dal Municipio di Nelson; un premio che
poteva fare "gola" a molta gente. Il Capo della Polizia
aveva dato istruzioni di continuare le ricerche, ma si aspettava
di risolvere il caso tramite la classica soffiata. Sapeva per
esperienza che se un'intera nazione si impegna in una caccia
all'uomo, e per di più c'è un ricco premio da incassare, la preda
non ha nessuna possibilità di salvezza. Era solo questione di
tempo.
* * * * *
Vim
Baker scostò lentamente la tendina e guardò fuori dalla
finestra. Il cielo era sereno e si preannunciava un'altra bella
giornata. Decisamente quel settembre non finiva di stupire. Le
previsioni del tempo dicevano che non sarebbe durato, che nel
giro di due o tre giorni sarebbe arrivata una perturbazione che
avrebbe portato vento freddo e forse anche pioggia. Ma per il
momento il tempo era ancora bello e tanto valeva goderselo.
Baker si
chiese se era il caso di uscire, e concluse che per il momento
doveva stare attento a non esagerare. Più avanti forse. Per il
momento non era prudente farsi vedere fuori troppo spesso. Si sedette
in poltrona e accese la televisione su un canale che trasmetteva
notizie 24 ore su 24. Non aveva ancora incominciato a procurasi
i giornali, per cui si accontentava di seguire le notizie alla
televisione. Più che altro lo divertivano le agitazioni della
polizia per cercare lui. Un vero spasso. Poveri illusi: non
l'avrebbero mai trovato. Era troppo intelligente per loro.
Era stato talmente previdente nella sua strategia che nessuno
poteva immaginare dove si fosse rintanato adesso. Nessuno
poteva scoprirlo. Nè ora nè mai, anche perchè il tempo giocava
decisamente a suo favore.
Anche
"South Dakota" non era più un problema. Se ne stava, ormai
inoffensivo, nei boschi di Nelson, debitamente nascosto sotto due
metri di terra. Aveva voluto incontrare Baker giovedì notte, per
essere pagato per l'ultima volta e lui lo aveva "pagato"
per sempre. Era sotterrato bene e nessuno lo avrebbero trovato. E
poi, se anche l'avessero trovato, nessuno avrebbe capito.
* * * * *
Ben
guardò compiaciuto il fascicolo con la relazione per Victoria
Alexander che aveva appena finito di preparare. Era venuto proprio
bene. Adesso non restava che telefonare alla sua cliente. L'attrice
era in casa e rispose dopo pochi squilli.
- Signora
Alexander, buongiorno. Sono Ben Wallace. Come va ?
- Male
grazie.
Oddio,
pensò Ben, vuoi vedere che la situazione e precipitata e i rapporti
con suo marito si sono rovinati del tutto ? Speriamo di no.
- Non dite
così, signora. Cos’è successo ?
- Abbiamo
dovuto interrompere le rappresentazioni della commedia.
Meno
male, si disse Ben, il marito non c'entrava.
- Problemi
con il teatro ? - chiese.
- No, è
una cosa incredibile. Uno dei nostri attori se ne è andato, così
all'improvviso, senza dirci niente. E noi siamo rimasti nei
guai.
-
Accidenti. E quando è successo ?
- Ieri.
Eravamo tutti a teatro pronti per la rappresentazione e lui non è
venuto. Così abbiamo dovuto annullare lo spettacolo e mandare a
casa gli spettatori. Una vergogna. In tanti anni di teatro non
mi era mai successa una cosa simile.
- Mi
dispiace. Che attore era ?
- Shawn
Bradley, quello che faceva mio marito nella finzione.
- Lo
ricordo. Era bravo.
- Lo so.
Era una delle colonne dello spettacolo.
- Beh, ma
gli attori si possono anche sostituire. - disse Ben cercando
di consolarla.
- Certo,
per carità. Ma prima bisogna trovare qualcuno disponibile, che
abbia il fisico adatto per il personaggio. E poi deve imparare la
parte. Insomma, prima di essere di nuovo a posto possono
passare anche 8 o 10 giorni. Proprio adesso che la commedia andava
benissimo.
- Mi
dispiace. Meno male che io sono già venuto a vederla. Mi sono
divertito molto, sapete ?
- Mi fa
piacere.
Bene, si
disse Ben, e adesso parliamo di cose serie.
- Sentite,
signora, io vi telefonavo per la faccenda di vostro marito.
- Avete
già terminato l’incarico ?
- Direi di
sì. Qui sulla mia scrivania c'è il fascicolo pronto con tutto
quello che ho raccolto. Mi piacerebbe portarvelo di persona e
discuterne con voi.
- Sì,
certo - disse la donna perplessa.
- Volete
che venga io a casa vostra ? Quando vostro marito non c'è,
beninteso.
- No, non
è il caso, vengo io da voi. Tanto ora siamo fermi con la
commedia e non ho nulla da fare. Oggi pomeriggio va bene ?
-
Benissimo.
- Ma,
ditemi signor Wallace... mio marito ha un'altra donna o no ?
- Direi di
no, signora.
- Meno
male ! - disse Victoria emettendo un profondo sospiro di
sollievo. Dopo le complicazioni del teatro, una buona notizia le
ci voleva proprio.
- Comunque
oggi vi spiegherò meglio. Per che ora sarete qui ? - chiese Ben.
- Per le
quattro, quattro e mezzo.
-
D'accordo. Vi aspetto.
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