domenica 2 febbraio 2014

La tana della volpe - 8

CAP. 8 - Sabato


Erano ormai passati due giorni dalla sparizione del sindaco di Nelson e la polizia, nonostante i suoi fieri proclami, brancolava ancora nel buio. Non solo non si sapeva dove fosse, ma non erano riusciti neppure a farsi un'idea di cosa fosse successo. Vim Baker era semplicemente sparito nel nulla.
Avevano interrogato un mucchio di gente, nel vano tentativo di ricostruire quanto meno i suoi movimenti, da mercoledì mattina in poi, ma non erano riusciti a scoprire nulla: nessuna traccia, nessuna notizia, neppure una idea che fosse una su cui lavorare. Alcuni dicevano che si era rifugiato all'estero, ma erano affermazioni così, buttate a caso. Nè dagli aeroporti nè dai moli delle partenze delle navi risultava nulla. Ma non voleva dire. Poteva essersi imbarcato come clandestino. Nulla nemmeno dalle stazioni ferroviarie, ma anche questo non voleva dire molto. La maggioranza degli investigatori della polizia riteneva che Baker si fosse eclissato a bordo di un'auto (non la sua, perchè quella era rimasta al suo posto) e si fosse nascosto da qualche parte.
Non era chiaro però di quale auto potesse trattarsi e, d'altra parte, non era nei posti soliti che frequentava durante l'anno, perchè erano stati controllati tutti. Probabilmente si era trovato una sistemazione provvisoria, mai utilizzata prima, ma erano tutti convinti che anche così non sarebbe durato molto, perchè Baker era abbastanza noto nella zona. Se invece Baker si era trasferito molto lontano, sulla costa ovest per esempio, o nell'interno, era diverso. Ma gli inquirenti contavano molto sul fatto che i giornali e le televisioni avevano ormai fatto entrare la sua faccia in tutte le case e qualcuno, prima o poi, avrebbe notato qualcosa.
Inoltre era stato promesso un ricco premio per la sua cattura, ben 20 mila dollari offerti dal Municipio di Nelson; un premio che poteva fare "gola" a molta gente. Il Capo della Polizia aveva dato istruzioni di continuare le ricerche, ma si aspettava di risolvere il caso tramite la classica soffiata. Sapeva per esperienza che se un'intera nazione si impegna in una caccia all'uomo, e per di più c'è un ricco premio da incassare, la preda non ha nessuna possibilità di salvezza. Era solo questione di tempo.

* * * * *

Vim Baker scostò lentamente la tendina e guardò fuori dalla finestra. Il cielo era sereno e si preannunciava un'altra bella giornata. Decisamente quel settembre non finiva di stupire. Le previsioni del tempo dicevano che non sarebbe durato, che nel giro di due o tre giorni sarebbe arrivata una perturbazione che avrebbe portato vento freddo e forse anche pioggia. Ma per il momento il tempo era ancora bello e tanto valeva goderselo.
Baker si chiese se era il caso di uscire, e concluse che per il momento doveva stare attento a non esagerare. Più avanti forse. Per il momento non era prudente farsi vedere fuori troppo spesso. Si sedette in poltrona e accese la televisione su un canale che trasmetteva notizie 24 ore su 24. Non aveva ancora incominciato a procurasi i giornali, per cui si accontentava di seguire le notizie alla televisione. Più che altro lo divertivano le agitazioni della polizia per cercare lui. Un vero spasso. Poveri illusi: non l'avrebbero mai trovato. Era troppo intelligente per loro. Era stato talmente previdente nella sua strategia che nessuno poteva immaginare dove si fosse rintanato adesso. Nessuno poteva scoprirlo. Nè ora nè mai, anche perchè il tempo giocava decisamente a suo favore.
Anche "South Dakota" non era più un problema. Se ne stava, ormai inoffensivo, nei boschi di Nelson, debitamente nascosto sotto due metri di terra. Aveva voluto incontrare Baker giovedì notte, per essere pagato per l'ultima volta e lui lo aveva "pagato" per sempre. Era sotterrato bene e nessuno lo avrebbero trovato. E poi, se anche l'avessero trovato, nessuno avrebbe capito.

* * * * *

Ben guardò compiaciuto il fascicolo con la relazione per Victoria Alexander che aveva appena finito di preparare. Era venuto proprio bene. Adesso non restava che telefonare alla sua cliente. L'attrice era in casa e rispose dopo pochi squilli.
- Signora Alexander, buongiorno. Sono Ben Wallace. Come va ?
- Male grazie.
Oddio, pensò Ben, vuoi vedere che la situazione e precipitata e i rapporti con suo marito si sono rovinati del tutto ? Speriamo di no.
- Non dite così, signora. Cos’è successo ?
- Abbiamo dovuto interrompere le rappresentazioni della commedia.
Meno male, si disse Ben, il marito non c'entrava.
- Problemi con il teatro ? - chiese.
- No, è una cosa incredibile. Uno dei nostri attori se ne è andato, così all'improvviso, senza dirci niente. E noi siamo rimasti nei guai.
- Accidenti. E quando è successo ?
- Ieri. Eravamo tutti a teatro pronti per la rappresentazione e lui non è venuto. Così abbiamo dovuto annullare lo spettacolo e mandare a casa gli spettatori. Una vergogna. In tanti anni di teatro non mi era mai successa una cosa simile.
- Mi dispiace. Che attore era ?
- Shawn Bradley, quello che faceva mio marito nella finzione.
- Lo ricordo. Era bravo.
- Lo so. Era una delle colonne dello spettacolo.
- Beh, ma gli attori si possono anche sostituire. - disse Ben cercando di consolarla.
- Certo, per carità. Ma prima bisogna trovare qualcuno disponibile, che abbia il fisico adatto per il personaggio. E poi deve imparare la parte. Insomma, prima di essere di nuovo a posto possono passare anche 8 o 10 giorni. Proprio adesso che la commedia andava benissimo.
- Mi dispiace. Meno male che io sono già venuto a vederla. Mi sono divertito molto, sapete ?
- Mi fa piacere.
Bene, si disse Ben, e adesso parliamo di cose serie.
- Sentite, signora, io vi telefonavo per la faccenda di vostro marito.
- Avete già terminato l’incarico ?
- Direi di sì. Qui sulla mia scrivania c'è il fascicolo pronto con tutto quello che ho raccolto. Mi piacerebbe portarvelo di persona e discuterne con voi.
- Sì, certo - disse la donna perplessa.
- Volete che venga io a casa vostra ? Quando vostro marito non c'è, beninteso.
- No, non è il caso, vengo io da voi. Tanto ora siamo fermi con la commedia e non ho nulla da fare. Oggi pomeriggio va bene ?
- Benissimo.
- Ma, ditemi signor Wallace... mio marito ha un'altra donna o no ?
- Direi di no, signora.
- Meno male ! - disse Victoria emettendo un profondo sospiro di sollievo. Dopo le complicazioni del teatro, una buona notizia le ci voleva proprio.
- Comunque oggi vi spiegherò meglio. Per che ora sarete qui ? - chiese Ben.
- Per le quattro, quattro e mezzo.
- D'accordo. Vi aspetto.

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