A proposito del ternine "negro", sarebbe bene – come sempre, in fatto di lingua - non prescindere dai contesti, dalle intenzioni del parlante, o dai tratti sovrasegmentali (come l’intonazione).
Ed evitare, in ogni caso, tentazioni censorie o posizioni isteriche (come quella di quel tale che un giorno – il racconto è autentico - in piscina sentì un ragazzino che urlava «negro, negro», gli si avvicinò indignato per rimproverarlo, e si sentì rispondere: «ma sto chiamando il mio amico: si chiama Negro di cognome»)
Tuttavia, negro resta indubbiamente un termine problematico: occorre tenerne conto.
Accademia della Crusca
Nessun commento:
Posta un commento